08/02/15
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Creato un buco nero in laboratorio
È stato realizzato da ricercatori della Southeast University di Nanchino, in Cina

Servirà a produrre energia

MILANO - Sembrava solo un esercizio teorico quando all’inizio
dell’anno due ricercatori proponevano la creazione di un buco nero in
laboratorio. Ora Tie Jun Cui e Qiang Cheng della Southeast University
di Nanchino (Cina) lo hanno realizzato tra la meraviglia degli stessi
teorici. La realizzazione è interessante per le prospettive pratiche
che già si immaginano. Quando Evgenii Narimanov e Alexander Kildshev
della Purdue University nell’Indiana (Usa) lo ipotizzavano partivano
dall’idea di riprodurre le stesse proprietà di un buco nero cosmico nel
quale un’intensissima forza di gravità piega lo spazio-tempo
circostante impedendo che anche la luce sfugga. E calcolavano anche
come costruire uno strumento che materializzasse il loro sogno: in
pratica una struttura di elementi cilindrici concentrici con un cuore
centrale. Essi avrebbero avuto la capacità di concentrare l’energia
luminosa nel cuore, intrappolandola proprio come fanno i mostri del
cielo.









MICROONDE INVECE DI LUCE - Dalla teoria alla pratica si è
arrivati in fretta all’università di Nanchino partendo dalla teoria
elaborata all’università americana. E i due scienziati hanno dimostrato
che funziona utilizzando invece della luce visibile delle microonde.
Queste vengono catturate e deviate verso il centro senza più uscirne. E
dal cuore dove cadono viene generato calore. «Siamo sorpresi che ci
siano riusciti così rapidamente» ammettono i teorici statunitensi.
«Passare alla lunghezza d’onda della luce visibile – però aggiungono –
sarà più complicato e bisognerà far ricorso a materiali diversi». La
coppia cinese non si dimostra per niente intimorita dal commento dei
concorrenti e anzi aggiungono: «Siamo fiduciosi di riuscire
nell’impresa della luce già entro l’anno». Quando ci riusciranno la
nuova «tecnologia del buco nero» sarà preziosa per fabbricare celle
solari molto più redditizie di quelle finora concepite. «E non
serviranno più – nota Narimanov – grandi paraboloidi per concentrare e
utilizzare la radiazione solare», come per esempio oggi accade per il
solare termodinamico. È solo questione di tempo: dai principi cosmici
arrivano così vantaggi quotidiani «energetici». E questi buchi neri da
laboratorio non hanno nulla a che fare con i buchi neri che qualche
giocherellone ha ipotizzato si possano fabbricare nei laboratori
atomici del CERN a Ginevra. È tutta un’altra questione.



Giovanni Caprara


15 ottobre 2009(ultima modifica: 16 ottobre 2009)

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